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Mobilità Green: il futuro della logistica per e-commerce?

Prendersi cura del futuro del nostro pianeta è un argomento cruciale. I cambiamenti di oggi ci garantiranno un futuro vivibile domani.

L'acidificazione degli oceani e il riscaldamento globale hanno un impatto importante e drammatico sui nostri ecosistemi naturali e minacciano la vita sul nostro pianeta: abbiamo bisogno di invertire la situazione attuale e dobbiamo farlo ora.

Dai dati emersi, sappiamo che il settore della logistica contribuisce a circa il 7% delle emissioni di CO2 nel mondo

Per questa ragione il settore logistico è alla continua ricerca per trovare nuovi metodi per contrastare l’inquinamento e le emissioni di anidride carbonica nell’aria.

Oltre alla necessità, le nuove soluzioni sostenibili trovate dalla logistica per e-commerce sono state dettate anche da benefici economici. Infatti, le scelte di acquisto dei consumatori sono sempre più orientate alla ricerca di soluzioni in linea con i temi ambientali: imballaggi sostenibili e packaging a basso impatto ambientale sono solo alcuni degli aspetti che i proprietari di e-commerce e attività commerciali ricercano nel proprio partner logistico.

Possiamo affermare che la sostenibilità ambientale è diventata un vero e proprio driver di scelta. 

In questo senso, diverse aziende di logistica e trasporti si stanno adoperando per integrare delle novità. Vediamo quali.

La logistica per e-commerce può ridurre l’impatto ambientale: ecco come

La logistica per e-commerce gioca un ruolo importante nella lotta alla riduzione dell’impatto ambientale, in quanto prevede la gestione e la movimentazione di migliaia di merci tutti i giorni per via aerea, via mare e via strada. Insomma, non esiste territorio inesplorato dai mezzi della logistica.

Gli obiettivi chiave per raggiungere la neutralizzazione delle emissioni di anidride sono principalmente due:

  1. fornire soluzioni rispettose dell'ambiente 
  2. fornire servizi logistici basati su criteri ambientali

Nell’ambito dei trasporti è stata implementata una prima soluzione: la sostituzione di benzina e gasolio, in favore di nuovi carburanti meno inquinanti come il metano liquido.

Si tratta di un nuovo carburante in grado di abbassare le emissioni del 95% rispetto al gasolio e prevenire le emissioni di CO2 che deriverebbero dagli scarti delle produzioni agricole, rendendolo così un carburante a zero emissioni.

Una seconda introduzione innovativa è il motore elettrico, che sta prendendo sempre più piede sul nostro territorio nazionale. 

I vantaggi della mobilità elettrica sono molteplici: i veicoli possono essere ricaricati di notte senza bloccare il trasporto durante il giorno, i consumi si abbassano considerevolmente così come l’impatto ambientale e l’inquinamento. 

Una forma di mobilità sempre più green può partire proprio dalla logistica.

Logistica per e-commerce vs. CO2: da dove partire? 

Per fare scelte più ecologiche è necessario possedere una chiara panoramica dell’impatto di CO2 che ogni fase della Supply Chain ha sull’ambiente. 

Il punto di partenza per una concreta riduzione delle emissioni di CO2 nel mondo della logistica sono i dati.

Sfruttando i dati a disposizione è possibile fare analisi predittive, con lo scopo di ottimizzare i percorsi e selezionare i trasporti e i servizi con le più basse emissioni di CO2. A questo deve seguire l'implementazione delle energie rinnovabili, nuovi mezzi a zero emissioni, l’annullamento dei viaggi a vuoto e un corretto smaltimento dei rifiuti.

Il 45% delle aziende che lavorano nella supply chain europea ritiene che l’ottimizzazione dei processi e la pianificazione dei viaggi devono essere considerati aspetti prioritari nella lotta contro l'inquinamento ambientale, mentre solo il 29% ritiene primario investire sul rinnovamento delle flotte.

Per quale ragione? Il 47% delle aziende europee appartenenti al settore logistico lamenta un notevole ritardo nella proposta pubblica di incentivi per il rinnovo del parco mezzi con veicoli a basso impatto ambientale - ibridi o elettrici - e che sia carente soprattutto l’infrastruttura di ricarica.

Allo stesso modo, non vi sono sufficienti incentivi relativi al trasporto ferroviario e marittimo, lasciando che gran parte della distribuzione avvenga su gomma a trazione tradizionale.

Significativi sono anche i dati relativi a quanto le aziende sono disposte ad investire sulla sostenibilità dei trasporti: il 69% non li aumenterebbe oltre il 25% rispetto alle soglie attuali, mentre solamente il 9% accetterebbe di arrivare al 50%, adottando veicoli ad idrogeno (47%), seguiti dai powertrain 100% elettrici (17%). Naturalmente questi dati cambiano di nazione in nazione, ma non è difficile percepire che questa situazione rispecchi perfettamente anche quella italiana.

Conclusioni

Molte aziende hanno preso coscienza delle tematiche ambientali.

Per la logistica, così come per tutti i settori produttivi, è fondamentale iniziare a ripensare a tutte le fasi della supply chain in un’ottica più sostenibile e a minor impatto ambientale possibile. In particolar modo l’ultima fase, quella del trasporto, deve essere rivista per contrastare l’inquinamento atmosferico e le emissioni di CO2, identificati come gli obiettivi primari in questa sfida.

Una sfida, questa, che richiede un importante investimento iniziale, il riadattamento del parco mezzi e un intervento rapido da parte dei governi nazionali per rendere concreta questa soluzione attraverso incentivi e la moltiplicazione di zone adibite alla ricarica veloce dei mezzi elettrici.

L’aumento dei mezzi di trasporto dedicati alla logistica ha generato l’incremento del tasso di congestione del traffico, impattando negativamente sulla qualità dell’aria, sulla vivibilità e sicurezza di tutti i cittadini. 

Per questo è necessario studiare processi innovativi di ottimizzazione e razionalizzazione del sistema di logistica che preveda mezzi di trasporto per la consegna merci a emissioni zero con benefici ambientali, per i cittadini e una migliore qualità del servizio. 

Con queste premesse, riusciremo a raggiungere un modello di logistica sostenibile entro il 2030?